La mostra personale di Katia Kameli, E l'ombra scomparirà nel sole, propone un'immersione poetica e sensoriale nell'universo del poema sufi Il Cantico degli uccelli. Attraverso installazioni, film e ceramiche, l'artista coinvolge lo spettatore in una ricerca iniziatica, dove si mescolano culture e immaginari.
Katia Kameli, artista franco-algerina nata nel 1973 a Clermont-Ferrand, si considera una "traduttrice" delle forme e significati tra culture.
Diplomata all'École Nationale des Beaux-Arts di Bourges e al Collège-Invisible di Marsiglia, il suo lavoro si basa su una ricerca approfondita dei fatti storici e culturali. Questo approccio si inserisce perfettamente nel progetto di esplorazione spirituale che propone qui, ispirato dal celebre poema persiano scritto nel 1177 da Farid Al-Din Attar, che narra il percorso iniziatico di uccelli guidati da un'upupa, in cerca dell'Essere Supremo, il Simorgh, simbolo di verità e unità.
Una mostra simbolo di ospitalità e condivisione
In questa mostra, ogni opera diventa un capitolo di una storia senza tempo. Le installazioni evocano khaïmas, queste tende del deserto, simbolizzando ospitalità e condivisione. Questa scelta formale invita il visitatore a entrare in uno spazio dove la parola e l'immagine si intrecciano, creando un'esperienza immersiva. Le acqueforti di Katia Kameli che punteggiano il percorso formano una galleria di ritratti dei protagonisti del racconto: usignolo, pernice, pavone, falco, o ancora airone, sono associati a caratteri che rappresentano i dilemmi e le aspirazioni della ricerca spirituale. Queste opere vibranti riflettono i dubbi e gli slanci dei personaggi, illustrando al contempo la ricchezza dei racconti che alimentano il lavoro plastico dell'artista.
Un altro elemento significativo della mostra è la presenza degli uccelli in ceramica, vere e proprie sculture sonore. In un fecondo paradosso, il loro apparente silenzio evoca l'aspetto musicale dell'opera di Attar e ricorda le trasformazioni interiori che ogni viaggio iniziatico implica. Attraverso queste forme, l'artista interroga la memoria, la cultura e l'identità, offrendo al contempo uno spazio di riflessione sul nostro rapporto con l'altro e con noi stessi.
Al centro della mostra, il film Il Cantico degli uccelli, variazioni, realizzato nel magnifico dominio del Rayol, giardino delle Mediterranee, propone un'esperienza cinematografica immersiva. Unendo racconti, coreografie e paesaggi mentali, questo film esplora il passaggio del tempo e delle prove, rivelando al contempo la profondità dei racconti narrati. Attraverso questo mezzo, Kameli ci invita a una rilettura del racconto, dove ogni immagine diventa una metafora della nostra esistenza.
Questo film era stato mostrato l'anno scorso a Parigi, alla 110 galleria Véronique Rieffel nell'ambito della mostra personale Le canti della terra. Nello stesso anno, Katia Kameli è stata la prima artista invitata dal Centre Pompidou a creare un'opera a partire dal fondo fotografico Pierre Bourdieu, subito dopo la sua acquisizione. Questo incarico, intitolato L'inchiesta Bourdieu, il rimbalzo delle immagini, si inseriva nella linea del suo Roman algérien (presentato in particolare al FRAC PACA a Marsiglia nel 2021), pensato come un film in tre capitoli che illumina in modo sensibile le relazioni complesse di una nazione con la sua storia e il ruolo delle immagini nella costruzione del suo romanzo nazionale e dei suoi archetipi.
La luce come vera rivelazione
Così, l'approccio di Katia Kameli interroga la memoria collettiva, le rappresentazioni storiche e le questioni della post-colonialità. La sua opera, lontana dall'essere puramente illustrativa, diventa uno spazio di scambio e alterità, dove i silenzi e le discrepanze aprono la via a una nuova comprensione del mondo.
In questa nuova mostra, la luce non è un semplice decoro, ma una vera rivelazione, trasformando l'ombra in possibilità, e permettendo a ogni opera di diventare un passaggio verso un altrove, un dialogo vivo tra diverse temporalità e geografie.
Katia Kameli ha presentato la sua arte in numerose gallerie e festival internazionali, tra cui le Rencontres photographiques di Bamako, la Biennale di Dakar, e recentemente a quella di Gherdeïa in Italia o ancora al Nouveau Musée national di Monaco.
La mostra si svolge questa volta al Centre d’Art Contemporain de Châteauvert, un luogo che si propone come un crocevia tra arte, paesaggio e memoria. Questo contesto naturale e poetico è in perfetta sintonia con l'approccio dell'artista, che stabilisce connessioni tra le storie che ci abitano. Ben più di una semplice mostra, E l'ombra scomparirà nel sole è un invito all'introspezione, alla scoperta e all'incontro.
Katia Kameli ci invita a esplorare i racconti che plasmano le nostre identità e ad aprirci alla bellezza della diversità culturale. Attraversando la soglia di questa mostra, il visitatore è invitato a un'esperienza in cui l'arte diventa uno specchio della nostra umanità condivisa.
Non perdere questa occasione di immergerti in un universo dove ogni ombra è una promessa di luce!
Dal 6 luglio al 30 novembre 2025 al Centre d’Art Contemporain de Châteauvert

Foto di copertura: La grande upupa, 2022, scultura sonora in ceramica © DR
Fondatrice dell'istituto delle culture islamiche a Parigi, Véronique Rieffel ha anche diretto l'Istituto francese di Alessandria prima di dedicarsi al commissariato di mostre e ai progetti artistici tra Europa, Medio Oriente e continente africano. È autrice del saggio Islamania (Beaux Arts Éditions) che rivisita la storia dell'arte da un punto di vista non occidentalo-centrico.