Fethi Rekik è professore dell'Insegnamento superiore e della ricerca scientifica e direttore del laboratorio di ricerca d‘État, Cultura e Mutazioni della Società’ presso la facoltà di Lettere e Scienze umane di Sfax, Tunisia. È anche attivista ecologico nella sua città di Sfax dagli anni 2000.
Sfax, « la capitale del Sud » ha conosciuto, sin dagli anni 1980, un declino continuo. Secondo centro economico del paese, dopo Tunisi, Sfax è una città a cultura imprenditoriale : oleifici, allevamento bovino, pesca, confezione... Ma oggi è in declino a causa della globalizzazione con la concorrenza dei paesi asiatici, e la concorrenza interna di Tunisi e Sousse.
Città regionale che ambisce a diventare « metropoli mediterranea », gli indicatori di sviluppo la classificano attualmente al quinto, se non al settimo posto nazionale. Questo declino ha cause multiple : globalizzazione, fuga delle élite economiche e culturali verso la Capitale o all'estero, passaggio a un'economia di servizi… ma una delle cause determinanti è il degrado della qualità della vita dovuto all'inquinamento industriale -in particolare chimico- nonostante la mobilitazione cittadina dal 1980 e soprattutto dopo la rivoluzione del 2011.
L'era del servizio richiede un ambiente di vita pulito e attraente che la città di Sfax, molto inquinata, non offre più.
Fino al 2011, un'unica associazione, l’APNES, militava sulla questione ambientale nella regione di Sfax, e in particolare sull'inquinamento delle aziende chimiche : la SIAPE (Società industriale di acido fosforico e di fertilizzanti) e la NPK (azoto, fosforo e potassio).
Dopo la rivoluzione del 2011, con l'acquisizione della libertà di espressione, sono emersi numerosi movimenti cittadini, anche sulla tematica ambientale.
Un collettivo si è quindi formato per far chiudere la SIAPE. Ma si è scontrato con delle resistenze, in particolare sindacali : 3000 posti di lavoro sono in gioco.
Nel 2019, viene presa una decisione governativa di chiusura, ma senza progetto di bonifica e senza piano di riqualificazione del sito. Inizia un altro combattimento che coinvolge la qualità della vita degli abitanti, ma anche l'attrattività economica della città.
I danni dell'inquinamento industriale
Ricercatori hanno dimostrato l'alta nocività delle fabbriche sulla salute, con casi di malattie gravi. Si è ampiamente sottolineata la radioattività del fosfato con montagne di gesso lungo la costa. È tutta la zona di Sfax Sud a essere impattata su un raggio di 15-20 chilometri. È una regione piena di ricchezze naturali danneggiate dal fosfogesso : non si può ovviamente più pescare…
Più a nord, è stata trovata una soluzione : è stato creato una sorta di rotatoria gigante di 50 ettari, è stato messo del prato, dell'acqua… è diventato una sorta di parco. Apparentemente, non è nocivo…
Le associazioni avanzano l'idea di un progetto di riconversione che permetterebbe, una volta bonificato il sito, di dare impulso alla regione avviandola verso la transizione a un'economia pulita, e che si inserirebbe in un vero progetto di metropolizzazione. Sfortunatamente, non è questo il percorso intrapreso.
Sfax nel progetto di regionalizzazione
Il modello di sviluppo della Tunisia dalla Indipendenza è stato fondato su una sorta di privilegio accordato a Tunisi e alla regione costiera (Nabeul, Sousse). Ci sono regioni interne trascurate : sono regioni definite « disabili ».
Ci sono migliaia di tunisini che partono per l'Europa, in particolare da Sfax: 70.000 persone con alte competenze sono partite negli ultimi anni verso gli Stati Uniti, l’Europa o i paesi del Golfo : è una perdita enorme per la popolazione tunisina. Da Sfax, ogni anno, ci sono in particolare migliaia di diplomati che partono per la Germania per proseguire gli studi e per lavorarci.
C'è un altro fattore che indebolisce Sfax. Per essere competitivi, è necessario un rete di trasporti che colleghi la città ad altre regioni. Ma la rete autostradale è esclusivamente legata alla capitale. Questo suscita un sentimento di marginalizzazione di una buona parte dell'interno del paese.
Nel 2019. C'è stato un sentimento di rivolta delle regioni trascurate dal potere. In effetti, è un sentimento di rivolta contro il modello di sviluppo, e infine un sentimento di rivolta contro la democrazia stessa.
Il paradosso di Sfax è che è considerata una città del sistema perché avrebbe i mezzi per svilupparsi. Ma non è mai stata nel sistema e si considera stessa fuori dal sistema.
È il dramma di essere considerati nel sistema e di non esserlo.
La città di Sfax affronta sfide maggiori legate all'inquinamento industriale, alla mancanza di investimenti e a una governance centralizzata poco favorevole al suo sviluppo. La società civile cerca di colmare queste carenze, ma sembrano necessari cambiamenti strutturali e un'apertura al capitale straniero per trasformare la regione in un polo economico sostenibile.

