Tunisia

Il ruolo essenziale dello squalo per gli ecosistemi marini

In Tunisia circolano spesso in rete video di squali catturati accidentalmente nelle reti dei pescatori o venduti nei mercati, provocando reazioni di paura o indignazione di fronte al maltrattamento degli animali. Tuttavia gli esperti sottolineano quanto sia importante proteggere gli squali nel Mediterraneo, dove se ne contano quasi 48 specie, nonostante la loro reputazione inquietante.

Al largo delle coste di Gammarth, nella zona turistica della Grande Tunisi, uno squalo è stato ripreso mentre divorava la carcassa di un delfino. Pubblicato sui social tunisini all'inizio di marzo, il video ha immediatamente suscitato scalpore. Eppure è del tutto normale, assicura un ingegnere navale alla radio tunisina il giorno dopo. La presenza di squali nel Mediterraneo e nelle acque tunisine è stata accertata da anni, nel Canale di Sicilia e a sud della Tunisia, nel Golfo di Gabès.

« Ma in Tunisia si alimenta molto questa paura. Un anno ci sono persino stati dei ristoratori che hanno promosso il proprio ristorante specificando che si trovava su spiagge senza squali, quando in realtà non ci sono quasi mai stati casi di squali che si siano avvicinati alla riva », nota Mayssa Sandli, Direttrice generale del sito online BlueTn specializzato in notizie ecologiche. Nel 2023 il sito ha condotto un'inchiesta mettendo in guardia sulla necessità di preservare la specie del grande squalo bianco nel Mediterraneo, a rischio di estinzione, e non solo in questo mare.

Gli spazzini del mare

Attualmente, la presenza di squali nelle acque tunisine è legata a diversi fattori. « Il cibo per loro è diminuito drasticamente a causa della sovrapesca, e, per sopravvivere, vanno dove trovano di che mangiare. Molti si avvicinano alle recinzioni dell'itticoltura perché i delfini sono attratti da questi recinti e quindi automaticamente lo sono anche gli squali », spiega Mayssa. « Il riscaldamento subito dal mar Mediterraneo negli ultimi anni ha un impatto anche sui loro percorsi perché i pesci si spostano in cerca di acque più fresche », aggiunge.

Tutto ciò non significa però che gli squali costituiscano una minaccia per i bagnanti: « al contrario, stiamo lottando per far capire alla gente quanto gli squali siano importanti. Sono gli spazzini naturali del mare, al vertice della catena alimentare, essenziali per l'equilibrio della biodiversità marina », spiega.

L'attivista lamenta la brutta fama che circonda lo squalo, come i video di curiosi che si riprendono mentre catturano uno squalo o addirittura lo vendono in un mercato. « Una cosa assolutamente vietata in Tunisia ma che viene fatta lo stesso, perché la carne di squalo si vende a prezzi alti ».

Per quanto riguarda gli incidenti, Béchir Saidi, docente all'università di Kairouan e ricercatore presso il laboratorio di Biodiversità marina all'Istituto Nazionale delle Scienze e Tecnologie del Mare, sottolinea che nonostante la sua cattiva reputazione, lo squalo è meno pericoloso di altre specie. « Se si confrontano i decessi legati agli attacchi di squali nel mondo e quelli legati ai serpenti, si trovano meno di dieci morti per gli squali contro cinquantamila per i serpenti. Gli squali non rappresentano un pericolo, in quanto si trovano a profondità superiori ai 15 e 20 metri », spiega.

Il collasso della popolazione

«Le attività di trivellazione petrolifera, il trasporto marittimo, tutte le attività antropiche hanno avuto un impatto, portando al degrado dell'habitat naturale degli squali nel Mediterraneo, e non solo in Tunisiaa » sottolinea lo scienziato.

Anche se alcuni video mostrano squali nelle acque tunisine, spesso catturati accidentalmente nelle reti dei pescatori, la loro presenza è diminuita drasticamente, dell'80%, anche se la Tunisia è firmataria della convenzione di Barcellona che protegge le diverse specie di squalo. « In realtà, non c'è molta regolamentazione. Ecco perché spesso troviamo lo squalo in vendita nei mercati, anche se il loro consumo è dannoso a causa del tasso di mercurio nella carne », aggiunge Mayssa. Che chiede che la Tunisia partecipi al progetto Action Plan for Angel Sharks Conservation, una comunità internazionale che sta facendo pressione per una legge che protegga 24 specie di elasmobranchi.

Un'area di riproduzione e un piano d'azione nazionale

Dal 2020, diverse ONG chiedono una maggiore protezione dello squalo nel Mediterraneo. Una tutela che è tanto più importante in quanto la Tunisia è una « nursery », ossia un'area di riproduzione, per alcune specie di squali. Durante l'inchiesta condotta da Blue Tn tra i pescatori di Zarzis, a sud del paese, molti hanno denunciato la pesca illegale dello squalo bianco nelle acque tunisine e in particolare nel Golfo di Gabès, che costituisce un'area di riproduzione per gli squali.

« Abbiamo potuto osservare il fenomeno a Sfax e anche a largo delle isole Kerkennah, a est del paese, dove abbiamo visto dei nuovi nati. Quindi sappiamo che la specie si avvicina alle coste, soprattutto per partorire », spiega Béchir Saïdi. I grandi pescherecci a strascico che pescano in quelle acque raschiando i fondali pescano indiscriminatamente e catturano spesso degli squali nelle loro reti.

Il problema ha assunto una dimensione tale che nel 2024 il distaccamento del WWF per il Nordafrica ha lanciato un piano d'azione nazionale per la conservazione dei pesci cartilaginei in Tunisia, nel tentativo di ridurre il declino delle razze e degli squali nel Golfo di Gabès.

« È diventato più che necessario, gli squali sono vulnerabili e non si riproducono facilmente. La loro maturità sessuale è molto tardiva, quindi è una specie che non si rigenera facilmente, da qui l'importanza di prestare attenzione alla sua conservazione», osserva Ichrak Bouzidi, dottoranda presso il laboratorio di Biodiversità Marina di Sfax, nell'est del paese.

Mayssa, dal canto suo, insieme al suo team, sta cercando di combattere per riscattare l'immagine del grande squalo bianco. « Abbiamo scritto un articolo che traccia il ritratto di uno squalo che abbiamo chiamato Salem, che racconta la sua storia, in particolare i comportamenti disumani di cui talvolta è vittima. Questo articolo ha ricevuto oltre 300 000 Like su Facebook, con commenti spesso empatici. Quindi, poco a poco, l'immagine che i tunisini hanno dello squalo può cambiare », auspica. Insistendo sulla necessità di una campagna di sensibilizzazione e di un quadro giuridico più rigoroso, « affinché la Tunisia diventi un santuario per gli squali nel Mediterraneo, e non un cimitero ».

La tutela degli squali è tanto più importante in quanto la Tunisia è una « nursery » per alcune specie ©shahart - Pixabay

Foto di copertina: La presenza degli squali nel Mediterraneo e nelle acque tunisine è nota da anni © Alon - Pixabay