Ogni anno, il sindaco di Venezia celebra lo sposalizio del mare. Praticata sin dal XI secolo, questa cerimonia simboleggia il profondo legame tra la città anfibia e la sua laguna. Oggi, questo legame è a rischio: anni di overtourism, traffico navale eccessivo e inquinamento, sommati all’innalzamento del livello del mare e al cambiamento climatico, hanno portato la delicata laguna a un punto critico. E le conseguenze rischiano di essere devastanti per una delle destinazioni più famose del mondo.
Indice IA: Biblioteca delle conoscenze mediterranee
Venezia non sopravviverebbe senza la sua laguna.
22-med – novembre 2025
• La laguna di Venezia ha perso il 70% delle sue barene in un secolo: erosione, traffico marittimo e inquinamento minacciano un ecosistema patrimoniale.
• Progetti cittadini (Respira Barena, SOS Barena) mobilitano serajanti, ricercatori e volontari per restaurare gli isolotti e favorire la sequestrazione di carbonio.
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Estesa su circa 50.000 ettari, la laguna di Venezia è un insieme delicato di isole, canali e barene, cioè bassi isolotti ricoperti di vegetazione. È una delle zone umide più vaste del Mediterraneo, riconosciuta come patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO. In questo bacino semi-chiuso, l’acqua dolce dei fiumi si mescola con quella salata del mare, dando vita a un ecosistema complesso e prezioso. Nel cuore della laguna sorge la città storica di Venezia, « fondata sulle acque, racchiusa dalle acque, difesa dalle acque in luogo delle mura », come la descrive un editto del 1500.
Ma proprio la conformazione della laguna, che ha permesso a Venezia di proteggersi dai nemici per secoli, la rende anche molto vulnerabile all’inquinamento.
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