Dal 9 al 13 giugno 2025, la città di Nizza, in Francia, ospiterà la terza Conferenza delle Nazioni Unite sull'oceano (UNOC3). Diversi rapporti, tra cui il MED 2050 e gli studi del MedECC, mettono in guardia sui cambiamenti profondi e potenzialmente irreversibili di che potrebbe subire questo ecosistema se non verranno prese rapidamente misure significative contro l'inquinamento, la sovrapesca e il turismo di massa. Ecco una panoramica delle situazioni nazionali.

Dal 29 maggio al 19 giugno la rubrica Un mondo fragile sarà dedicata alla 3a Conferenza delle Nazioni Unite sull'oceano (UNOC3). Sarà in lettura libera nei 22 paesi del bacino mediterraneo e in 11 lingue grazie al nostro partner la Région Sud.
Tunisia: plastica alla deriva e riforme in corso
Ogni anno, in Tunisia vengono scaricate in mare circa 500.000 tonnellate di plastica. A questo inquinamento si aggiunge una cronica inadeguatezza degli impianti di depurazione gestiti dall'ONAS, l'ente pubblico incaricato della gestione delle acque reflue, che continuano a scaricare acque non trattate in mare. Di fronte a questa emergenza, nel 2023 Tunisi ha lanciato una Strategia nazionale di transizione ecologica (SNTE). Quest'ultima punta a instaurare una governance ambientale più forte e a sviluppare un'economia verde e blu. In occasione dell'UNOC3, la Tunisia si impegnerà in particolare ad attuare la sua strategia “Litorale senza plastica”, con il sostegno della Banca mondiale.

Algeria: inquinamento e sovrapesca sotto controllo
Il litorale algerino deve affrontare una doppia minaccia: gli idrocarburi e i rifiuti plastici, sommati al sovrasfruttamento delle risorse ittiche. In risposta, il governo ha lanciato il piano Tel Bahr, volto a organizzare la lotta contro l'inquinamento marino accidentale e a rafforzare la prevenzione. A Nizza, l'Algeria presenterà una strategia nazionale per l'ambiente marino. L'obiettivo è creare delle nuove aree marine protette e migliorare la gestione delle zone costiere.
Italia: un mare sommerso dalle sfide
I mari italiani soffrono di sovrapesca, inquinamento e invasione di specie aliene, a cominciare dal granchio blu. A questo si aggiungono l'innalzamento del livello del mare (un problema che affligge le zone costiere e luoghi emblematici come Venezia), l'aumento della temperatura dell'acqua, e il turismo di massa. Il governo italiano, molto discreto sulla questione ambientale, non ha ancora comunicato un impegno chiaro per l'UNOC3. Un'interrogazione parlamentare è stata posta a maggio per sapere se il ministro dell'Agricoltura parteciperà alla conferenza.
Albania: un litorale sotto pressione
L'Albania deve affrontare un grave problema di inquinamento marino, dovuto in particolare ai rifiuti plastici legati al turismo,che rappresentano oltre l'80% dei rifiuti raccolti sulle spiagge. A ciò si aggiungono lo scarico di acque reflue non trattate, una forte erosione costiera che interessa oltre 150 km di litorale e un turismo eccessivo e non regolamentato che degrada le aree protette. Consapevole di queste sfide, il governo sostiene la creazione di aree marine protette e la cooperazione regionale. Tre ONG si distinguono in questo ambito: EcoAlbania, INCA e PPNEA.
Turchia: tra ambizioni e lacune
La Turchia deve affrontare molteplici crisi: inquinamento industriale, sopravpesca, specie invasive e urbanizzazione costiera anarchica. La catastrofe causata dalla mucillagine nel 2021 ha provocato una presa di coscienza politica. Da allora il Paese ha lanciato un Piano d'azione per il Mar di Marmara e l'Iniziativa blu Zero Rifiuti. Sebbene non sia stato annunciato alcun impegno ufficiale per l'UNOC3, Ankara ha organizzato a maggio un workshop regionale per alimentare il dibattito. L'accento è posto sull'ampliamento delle aree marine protette e sulla gestione integrata delle zone costiere.
Spagna: spiagge inquinate, lo Stato si mobilita
Secondo il rapporto 2024 dell'ONG Ecologistas en Acción, 28 spiagge in Spagna sono classificate con lo status di "bandiera nera". Le cause: la plastica, le acque reflue e l'urbanizzazione costiera. Il governo interviene tramite la SASEMAR (soccorso marittimo) e sostiene un accordo integrale contro l'inquinamento da plastica. La Spagna ha ratificato il trattato BBNJ nel 2025 e difenderà a Nizza un quadro giuridico vincolante per l'alto mare, nonché la cooperazione internazionale per la protezione degli oceani.
Libano: mare inquinato e litorale privatizzato
Lo scarico di enormi quantità di acque reflue non trattate (l'85% secondo le autorità) è la piaga principale della costa libanese, aggravata da pratiche come la pesca con esplosivi. Inoltre, costruzioni abusive privatizzano 5 milioni di m² di costa, ostacolando gli sforzi di conservazione. Il Libano prevede di rafforzare a Nizza la protezione delle sue aree marine protette attraverso il programma MedWetCoast. Collabora con l'IUCN per estendere la strategia di conservazione marina.
Israele: tante sfide, impegni cauti
Israele deve affrontare problemi di inquinamento, pesca eccessiva e aumento della temperatura delle acque. La prospettiva di un aumento delle forniture di petrolio a Eilat sta suscitando forti proteste, poiché minaccia le barriere coralline del golfo. Sebbene il paese mantenga un profilo basso sulle sue intenzioni per l'UNOC3, ha aderito all'iniziativa “30x30” per proteggere il 30% delle sue acque entro il 2030 e intende estendere le sue zone marine protette.
Francia: un appuntamento per trasformare le intenzioni in azioni
Ad aprile, l'Università di Tolone ha presentato ad Alessandria i risultati dei progetti PHAROS e ADEN-Med, promossi dalla Regione Sud. Obiettivo: valutare l'impatto dei cambiamenti climatici sulle zone costiere del Mediterraneo e di Gibuti. Questo lavoro ha riunito scienziati, urbanisti e decisori politici attorno a una convinzione comune: la gestione sostenibile delle zone costiere non può più aspettare. Mentre l'innalzamento del livello del mare è ormai un dato di fatto (+18 cm dal 1870, secondo l'ONERC), gli strumenti di supporto decisionale sviluppati da questi progetti potrebbero diventare delle leve per le politiche pubbliche. A Nizza, troveranno eco nei dibattiti dell'UNOC3. La città ospitante non è stata scelta a caso. Si trova in una regione il cui presidente, Renaud Muselier, ha fatto della tutela dell'ambiente il filo conduttore del suo mandato.

Foto di copertina: Il porto di Alessandria illustra le problematiche di protezione delle infrastrutture di fronte agli eventi climatici © Università di Tolone
L'articolo è stato redatto in collaborazione con i corrispondenti di 22-Med: Tarik Hafid - Cristina Grao e Jorge Dobner - Valentina Saini - Rajmonda Basha - Kelly Fanarioti - Tuğba Öcek - Edward Sfeir - Caroline Haïat