Croazia

Bréviaire mediterraneo

Chi ama il Mediterraneo è invariabilmente attratto dall'opera di Predrag Matvejevitch ! Personaggio singolare, di padre russo e di madre croata, era profondamente legato a Mostar, a quel vecchio ponte che collega le due sponde di un mondo che fu il suo. Sfortunatamente, quel ponte è stato distrutto, durante la guerra in ex-Jugoslavia, e Predrag è rimasto orfano di quel « mondo ex » che ha descritto così giustamente, come professore ispirato, come erudito goloso e come intellettuale impegnato contro tutti i nazionalismi identitari. L'opera di Predrag sul Mediterraneo è una meteora, venuta dai Balcani, che racconta un mondo divenuto il suo, nel corso delle sue numerose peregrinazioni in questo centro del mondo.

Ci sono traversate dopo le quali il nostro sguardo cambia e di quelle in cui il nostro passato stesso si trasforma : esse aprono o concludono i racconti del Mediterraneo.

Conserviamo questo esergue per il nostro « Mediterraneo in racconti »…

Il suo « Breviario mediterraneo » è diventato uno di quei libri indispensabili che non smettono mai di accompagnarti, col passare del tempo. Si prende e si riprende, si sfoglia e si sussurra, si ascolta e si racconta in tanti frammenti assemblati di cui detiene solo lui il segreto.
Infatti, ecco un'opera singolare che è diventata un indispensabile, per scoprire e comprendere il mondo mediterraneo, invitandoci a fare un passo di lato, come in uno dei suoi altri libri principali, « L'Altro Venezia », che ha ricevuto nel 2003 il premio Strega, una delle più alte distinzioni letterarie italiane. Ha l'arte di farci vedere ciò che si nasconde nell'evidenza delle cose inosservate.

Camminando tra la sua Croazia natale, la Francia, sua patria letteraria d'adozione, e l'Italia, dove insegnava all'Università La Sapienza di Roma, Matvejevitch è uno dei rarissimi scrittori che è riuscito a far nascere e far vivere un trait d'union tra Mittel-Europa e Mediterraneo. Passatore tra i mondi, amante del pane, di cui fece uno dei suoi ultimi grandi libri, Matvejevitch è molto più di un semplice compagno di viaggio, è stato un amico, un alleato, un amante del mondo sensibile in Mediterraneo, che ha saputo far condividere come nessun altro prima di lui.

Qui inizia un'opera, che non ha nulla di schiacciante, è piuttosto un Breviario che, più che a una preghiera, ci invita a entrare in un vero giardino delle delizie !

Il Breviario mediterraneo, di cui ecco un breve estratto, da leggere e rileggere…

                                                      Non si può spiegare ciò che ci spinge a tentare, ancora e sempre, di ricostruire la mosaico mediterraneo, di stilare ancora una volta il catalogo delle sue componenti, di verificare il senso di ciascuna di esse presa a parte o il valore delle une rispetto alle altre: l'Europa, il Maghreb e il Levante; ebraismo, cristianesimo e islam; il Talmud, la Bibbia e il Corano; Atene e Roma; Gerusalemme, Alessandria e Costantinopoli; Venezia e Genova; la dialettica, la democrazia e l'arte greca; la repubblica, il diritto e il foro romani; la scienza araba di un tempo; la poesia provenzale e catalana di un tempo; il Rinascimento in Italia; la Spagna in diverse epoche, esaltate e crudeli; gli Slavi del Sud sull'Adriatico, e molte altre cose ancora. Sollevando o dissociando così le componenti più forti o predominanti, presentate di solito nelle loro relazioni binarie o ternarie, corriamo il rischio di ridurre o deformare la portata o il contenuto del Mediterraneo. Qui, popoli e razze si sono uniti e disuniti per secoli, avvicinandosi o affrontandosi più intensamente forse che altrove: si cade nell'esagerazione volendo far risaltare le loro somiglianze e le loro reciprocità, a discapito delle loro dissimilitudini e dei loro conflitti. Il Mediterraneo non è solo una storia.

Le particolarità mediterranee non si integrano facilmente in altri insiemi, non rientrano in tutte le relazioni che intrattiene il mare con il continente, il sud con il nord, l'est o l'ovest con il sud. Numerose sono le contraddizioni che hanno segnato le civiltà, antiche e nuove, delle sponde del Mediterraneo: dopo la Grecia e Roma, Bisanzio, l'Italia, la Francia con la Provenza, la Spagna e la Catalogna, gli Arabi del Maghreb al Levante, la Spagna e la Dalmazia e la Pannonia, la Slovenia dalla costa alle Alpi, la Serbia con il Montenegro, la Macedonia e la Bulgaria, l'Albania, la Romania, la Turchia, e senza dubbio altre ancora, prima o dopo l'epoca greco-romana e rispetto a essa, congiuntamente o separatamente. Le culture del Mediterraneo non sono unicamente culture nazionali.

Il Mediterraneo non sopporta misure troppo ristrette. È tradirlo considerarlo sotto l'aspetto dell'eurocentrismo, come un prodotto puramente latino, romano o romanzo, osservarlo dal punto di vista del panellenismo, del panarabismo o del sionismo, giudicarlo secondo tale o tal altro particolarismo etnico, religioso o politico. Spesso, la sua immagine è stata deformata da tribuni fanatici e da esegeti parziali, da studiosi senza convinzione e da predicatori senza fede, da cronisti ufficiali e da poeti di circostanza. Stati e Chiese, monarchi e prelati, legislatori laici e religiosi si sono applicati a dividere lo spazio e gli uomini. Ma i legami interni hanno resistito alle divisioni. Il Mediterraneo è più di una semplice appartenenza.

Il discorso sul Mediterraneo ha sofferto della facondia mediterranea: sole e mare; profumi e colori; venti e onde ; spiagge di sabbia e isole di felicità; giovani ragazze presto mature; vedove vestite di nero; porti, barche e inviti al viaggio; navigazioni, naufragi e racconti che li accompagnano; arancio, mirto e ulivo; palme, pini e cipressi; fasto e miseria, realtà e chimere ; vita e sogno. Questi sono i motivi da cui hanno attinto a dismisura i luoghi comuni della letteratura: descrizioni e ripetizioni. La retorica mediterranea ha servito la democrazia e la demagogia, la libertà e la tirannia. Si è impadronita del foro e del tempio, della giustizia e della predica. L'arena risuonava oltre l'Aréopago. Il Mediterraneo e il suo discorso sono inseparabili.

Foto di Copertura: Il Ponte di Mostar ©Hans Hansen - Pixabay