Francia

Alberi del sud per riforestare efficacemente il nord

Per affrontare il riscaldamento climatico, un'esperienza originale è condotta dal 2020 dall'Ufficio Nazionale delle Foreste francese, nel comune di La Chapelle-Heulin, nell'ovest del paese. Su un terreno di 8 ettari chiamato "frutteto di semi", sono stati piantati 1.640 giovani pini marittimi che stanno crescendo con calma. L'interesse del progetto è raccogliere i semi di questi pini provenienti dal sud per reimpiantarli ovunque la siccità avrà decimato le specie locali.

Questo dipartimento è uno dei meno boscosi di Francia. La Loire-Atlantique, terra di orticoltura e vigne, ospita però dal 2020 uno dei "frutteti di semi" creati da l'ONF. 1.640 giovani pini marittimi sono stati piantati su un terreno di 8 ettari, in mezzo al vigneto nantese, nel comune di La Chapelle-Heulin. Perché questo appezzamento isolato? Perché non ci sono altri pini nelle vicinanze che potrebbero portare malattie alle piantine.

« In effetti, questo frutteto ha un obiettivo puramente riproduttivo, spiega Jean-Christophe Helleisen, assistente ricerca, sviluppo e innovazione presso l'ONF. Tutte le nostre piantine provengono da alberi eccezionali. Questi alberi sono pini di diverse foreste del sud della Francia che abbiamo selezionato per le loro caratteristiche interessanti: la loro vigoria, la loro capacità di riprodursi, la loro resistenza alla siccità… Possono fornire una risposta genetica al cambiamento climatico. Così, se tutto va bene, tra sei e dieci anni circa, le piantine diventate adulte produrranno semi di qualità in grande quantità. E questi potranno essere reimpiantati altrove ».

A lungo termine i pini marittimi misureranno tra 20 e 25 metri ©Paola Da Silva

Specie resistenti alla siccità

Secondo il GIEC (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), entro 50 anni, la regione dei Paesi della Loira dovrebbe vivere sotto il clima attuale del sud della Francia. I faggi che crescono sul territorio iniziano già a soffrire. L'idea dell'ONF con i suoi frutteti di semi è quindi quella di anticipare. Per avere la capacità di rimboschire le foreste francesi se ciò non avvenisse naturalmente. « Il nostro frutteto è una scommessa sul futuro, dettaglia Jean-Christophe Helleisen. Una sicurezza, nel caso in cui la rigenerazione avvenisse sempre più male ». Questo progetto è sostenuto da un consorzio costituito dall'ONF e da due vivai vicini.

I pini marittimi misureranno tra 20 e 25 metri a lungo termine. Sono stati scelti da un lato per la loro resistenza e dall'altro perché sono conifere, le cui sementi sono più rapide da ottenere. « Produrranno semi entro sei anni al massimo. Una volta raccolti, andranno in un essiccatoio e poi saranno commercializzati. C'è già una domanda molto forte da parte dei vivai privati e pubblici, i semi sono già in parte riservati. Siamo certi di venderli. »

Proiettarsi tra 50 anni

Nel frattempo, Jean-Christophe Helleisen e i suoi colleghi si prendono cura delle loro giovani piantine. Monitorano gli alberi che muoiono, mantengono il terreno, fanno analisi del suolo… « Passiamo abbastanza regolarmente a verificare che tutto vada bene. Le piantine sono partite bene, se la cavano e sono robuste. Ne abbiamo perse solo 2 o 3% durante la siccità dell'estate 2022. »

Presto, il loro lavoro non si limiterà più ai pochi ettari già piantati. Altri progetti sono infatti già previsti nel dipartimento. Più a nord, un "isolotto del futuro" vedrà presto la luce, con querce delle Canarie, molto resistenti alla siccità. « Vedremo se possono adattarsi da noi », precisa Jean-Christophe Helleisen. Sempre a La Chapelle-Heulin, un frutteto di semi di querce pubescenti (noto anche come quercia tartufiera) è in fase di avvio. Conosciuto per la sua buona resistenza agli incendi e alla siccità, questo albero è indicato per prevenire gli incendi. « Ma qui, sottolinea Jean-Christophe Helleisen, le prime raccolte di semi sono previste tra 40 e 50 anni! Stiamo lavorando per i nostri nipoti. »

© Artur Pawlak Pixabay

Foto di copertura: reimpiantare ovunque la siccità avrà decimato le specie locali ©Hans de Pixabay